Il primo Gruppo di Volontari fu organizzato per partecipare alla missione post-sisma del terremoto del Friuli nel lontano 1976, quando il commissario Zamberletti diede un significativo contributo all’organizzazione di quello che è diventato il Sistema della Protezione Civile, passando così dal “Fate presto” al “Fate prima”.
Successivamente si è preso parte alle missioni nelle località seguenti a seguito dei rispettivi terremoti :
- Irpinia 1980
- Fabriano; Umbria-Marche 1997
- Salò (Lago di Garda) 2004
- Barisciano; L’Aquila 2009
- Mirandola; Emilia 2012
- Amatrice, Rieti, Arquata del Tronto, Acquasanta Terme, Visso, Valle Castellana e altre; Centro-Italia 2016/17.
Queste esperienze hanno fatto maturare nel tempo la scelta di formare un gruppo preparato alle emergenze e la scelta di orientarlo nella direzione attuale. In particolare l’intervento a Fabriano nel 1997 è stato molto utile a comprendere come e perchè sarebbe stato utile cambiare tipo di aiuto e impostare un lavoro di approfondimento professionale per i colleghi interessati, nel tempo che intercorre tra un’emergenza e la successiva. E’ così cresciuta una significativa capacità organizzativa e di intervento, che è crescita assieme all’evolversi del sistema nazionale della Protezione Civile ed in particolare della Colonna Mobile della Regione Piemonte con cui si è collaborato molto proficuamente.
L’attività chiave in una missione post-sisma è la preparazione della documentazione ufficiale di rilevamento danno, pronto intervento e agibilità, che consiste nella compilazione della scheda ufficiale AeDES (Agibilità e Danno nell’Emergenza post-Sismica).
Vi proponiamo questo documentario del 2012, dopo il terremoto dell’Emilia, con visita dei luoghi terremotati e analisi culturale e urbanistica dei tesori italiani e delle scelte di ricostruzione :
Terremoti, IL CAPITALE, di Philippe Daverio
nota personale: AC e io ricordiamo Daverio in un’intervista il 26/10/2016 mentre si percorreva per Visso la SR della Val Nerina (facendo lo slalom fra i massi appena caduti il giorno prima). Daverio parlava della necessità di ricostruire il Centro Italia perché ” se non fosse stato per queste civiltà i nordici girerebbero ancora con le corna sulla testa”.